Le fotografe contenute nella raccolta fotografica DREAMLIKE di Giancarlo Carnieli, confondono la realtà con il sogno. Con l’intento di prendere per mano chi guarda e di condurlo lungo un percorso ignoto dove l'immagine possiede una doppia personalità.
Ordine e disordine, nitidezza e sfocatura, luce e ombra, movimento e staticità sono elementi presenti nel lavoro di Giancarlo Carnieli che spiazzano il lettore muovendo continuamente il registro dello sguardo.
Il sogno come matrice dalla quale possono dipanarsi varie interpretazioni quanti sono gli esseri umani. Dove ciascuno vedrà qualcosa che gli appartiene e che ha sempre creduto essere sua propria, mentre – in realtà – la componente arcaica del sogno fa sì che ognuno riconosca se stesso.
Dreamlike, ci racconta Giancarlo Carnieli, «nasce dal desiderio di ritornare a un linguaggio fotografico più vicino ai miei studi artistici e alle mie origini accademiche. Ho voluto mettere mano a vent'anni di archivio fotografico, selezionando inizialmente centinaia di foto di periodi diversi».
Il lavoro è stato lungo ed è durato più di due anni. Giancarlo Carnieli ci ricorda che con lui «ha collaborato Giovanna Gammarota che oltre ad essere una cara amica fotografa, è una grandissima conoscitrice del panorama fotografico nazionale e internazionale. Dreamlike parla di sogno, di subconscio, di psicoanalisi, perciò Giovanna, che conosce molto bene la materia, mi ha praticamente psicanalizzato cercando di capire chi fossi e perché, dopo lavori di carattere sociale, volessi improvvisamente realizzare un lavoro completamente diverso. Giovanna ha scritto anche il testo critico del libro».
Dreamlike scava dentro il suo inconscio, un tentativo di ricostruzione, sottolinea Giancarlo Carnieli «della mia persona attraverso un duplice sguardo, uno conscio e uno inconscio, una sorta di bilancio esistenziale artistico-fotografico che mi ha permesso di capire in che luogo i sogni ci portano quando dormiamo. Schopenhauer afferma che "la vita e i sogni sono pagine dello stesso libro", due facce della stessa medaglia. La vita cosciente e l'esistenza onirica fanno parte della stessa vita e sono come il bianco e nero dell'immagine fotografica. Realizzando Dreamlike ho capito soprattutto come proseguire con la mia ricerca fotografica».